Municipio ( ex Monastero Benedettine)

Sulla sinistra di chi arriva in paese da sud, poco prima di giungere alla piazza, si nota l’imponente edificio della attuale sede del Comune, con la base porticata e con antistante un giardino in cui crescono due annosi alberi d’abete che rendono il complesso ancor più maestoso.

Era questo il Monastero delle Benedettine di S. Maria delle Rose, ora residenti in Via Castello, nella parte alta del paese.
Il monastero fu fondato verso la metà del sec. XIV ed ebbe in dotazione i beni, soprattutto terreni ubicati nella zona di Fiastra, che erano stati dei Benedettini del più antico monastero maschile di Girola. Inizialmente il complesso monastico era costituito dagli edifici che si ergevano lungo la salita, oggi Via Lucarini, che porta al Monte, fino all’attuale edificio delle scuole elementari, ed aveva annessa la chiesa di S. Maria delle Rose con adiacente chiostro. L’ingresso era dalla piazzetta antistante la chiesa stessa.
Nella seconda metà del sec. XVIII il monastero fu completamente ristrutturato ed ampliato: soprattutto fu costruita ex novo in aggiunta l’ala di ponente, che oggi ne costituisce il corpo principale e che è sede degli uffici comunali e della scuola media. Anche la chiesa fu praticamente nuovamente rifatta nel 1764.
Le monache furono costrette ad abbandonare il monastero una prima volta nel 1810, in seguito alla soppressione degli Ordini Religiosi in epoca napoleonica. Le religiose però vi potettero rientrare nel 1822, dopo la restaurazione pontificia, che le reintegrò anche nel possesso di quasi tutti i loro beni immobili.
Nel 1861, subito dopo l’Unità d’Italia, tutti i beni delle Religiose vennero ancora demanializzati, e il monastero divenne di proprietà comunale.
Le Benedettine vi poterono restare ancora sino al 1880, quando infine furono costrette a traslocare e a trasferirsi nell’attuale loro sede di Via Castello.
Il Comune vi trasferì quasi subito la sua sede che era nell’edificio che poi fu trasformato in teatro. La sede comunale fu poi ulteriormente trasferita negli anni cinquanta del secolo scorso nel nuovo edificio sito in Piazza Mazzini, la cui costruzione, già iniziata prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, fu ultimata solo dopo finita la guerra. Fu dopo un lavoro di restauro e di sistemazione che il 3 maggio 1992 la sede comunale tornò in questo ex monastero.
Salendo dalla Via Roma per la rampa di ingresso fiancheggiata dai due grandi abeti che ne rendono piacevole la vista, si giunge a quella che era l’area dei servizi del monastero, e ci si trova di fronte alle cinque arcate del porticato su cui si aprivano una volta le porte delle cantine, della legnaia e dei magazzini del monastero, tutti locali oggi restaurati e adibiti ad uffici.
Sulla fronte dell’edificio, che si presenta con una certa elegante maestosità, spiccano cinque bianchi medaglioni marmorei raffiguranti il re Umberto I (in alto sopra l’arco
centrale) e i quattro padri della patria: Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Cavour (alla sommità d’ogni colonna, fra le imposte degli archi).
Sulla destra, appena terminata la rampa d’accesso, si nota la vera del pozzo sormontata da un semplice ma elegante treppiede in ferro porta carrucola, ora con chiusura di
sicurezza ed ornata con vasi di fiori, ma che una volta serviva alle monache per attingere l’acqua piovana, che lì era condotta, per i loro usi domestici. Sul fabbricato a destra era il forno del Monastero, dove le religiose cuocevano il loro pane (questo forno è rimasto in funzione, aperto al pubblico, sin quasi alla fine del secolo appena trascorso).
Salendo lo scalone posto all’estrema destra si giunge a quello che una volta era il cuore del monastero e che ora è il cuore del Comune. Vale la pena ricordare che, dopo la cacciata delle monache dal loro monastero e fino agli anni settanta del secolo scorso, il primo piano dell’edificio era occupato dalla caserma dei Carabinieri con annessa abitazione del Maresciallo, mentre gli uffici comunali erano ubicati al piano superiore ora occupato dalla scuola media. Già dopo la prima rampa di scale, appeso alla parete di fronte, si vede il gonfalone del Comune col suo stemma: un San Michele Arcangelo vestito da antico soldato romano brandente la spada e portante la bilancia della giustizia, su un ponte a più arcate sotto cui scorre l’acqua.
Alla fine della seconda rampa, subito a sinistra, si nota il meccanismo dell’antico orologio della torre civica qui sistemato nel 1999 quando venne sostituito da un moderno apparecchio elettronico.
Questo meccanismo, ben conservato, restaurato ed ancora funzionante fu costruito nel 1847 dall’orologiaio Pietro Mei da Montecarotto.
Si tratta di un orologio da torre a tre treni di ruote d’ottone posti in orizzontale su telaio in ferro.
Questa macchina ha svolto il suo onorato servizio sulla torre civica per ben 152 anni.
Di fronte e su tutta l’ala sinistra sono oggi gli uffici comunali, l’ufficio del Sindaco e la sala della Giunta; qui una volta dovevano essere l’ufficio dell’Abbadessa, la dispensa, le cucine, e il refettorio delle monache.
Proseguendo più avanti, sulla destra dopo salito lo scalone, si può accedere al suggestivo chiostro circondato dal porticato, ora parzialmente chiuso su due lati, che ha in prossimità d’un angolo la classica vera del pozzo. Dal chiostro, che oggi è adibito a diversi usi (manifestazioni culturali, concerti e mostre), si accede alla sacrestia della chiesa ed alla Via Lucarini, che dalla Via Roma sale all’edificio della scuola elementare, il cui cortile era una volta l’orto delle monache.

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